Feudo Ficari Sottano
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Ex Feudo Ficari-Sottano
    La vicenda dell’ex feudo di Ficari Sottano è lunga quasi cento anni. Infatti, nasce tra il 1919 ed il 1921, quando in pratica una parte dei 650 ettari dell’ex feudo, di proprietà del conte Guido Airoldi, fu concessa a mezzadria migliorativa con contratto venticinquennale e ventinovennale a circa 150 contadini, che a proprie spese trasformarono la terra in mandorleti, vigneti, uliveti, ecc. Successivamente quei fondi furono acquistati dalla Cassa Cattolica Agricola “Maria SS. del Mazzaro”, comunemente chiamata “Cassa di li parrini” in quanto fondata nel 1904 da 28 soci di cui ben venti sacerdoti (“parrini”).  
Per eventi storico-politici, però, la Cassa ebbe poca vita (dichiarò fallimento) e la proprietà passò al Banco di Sicilia. Dopo circa 30 anni (siamo nel 1955) i coloni costituirono una cooperativa al fine di acquistare le terre, ma la cooperativa ben presto fu sciolta per non aver svolto alcuna attività. Agli inizi del 1960, il Banco di Sicilia, con un colpo di mano, tolse del fertilissimo terreno ad un gruppo di coloni per cederlo al demanio forestale, mentre ai restanti, che detenevano quasi 350 ettari di terra, fu rivolto l’invito a costituirsi in cooperativa per l’acquisto dei poderi in loro possesso con le agevolazioni di legge: nasce così la cooperativa agricola produzione e lavoro “Ficari sottano”.
Nel 1966 la cooperativa, la cui gestione è costellata di denunce e diffide, assunse un mutuo con il Banco di Sicilia ed acquistò l’ex feudo, ma non avendo onorato molti pagamenti, nel 1975 fu citata per inadempienza contrattuale dall’Istituto Bancario. Attraverso l’intervento dell’allora Alleanza contadina tra il Banco di Sicilia e i coloni fu raggiunto un accordo: rateizzare in tre anni il debito pregresso e provvedere direttamente al pagamento delle successive rate del mutuo. S’inizia, quindi, una battaglia per lo scioglimento della cooperativa e sul residuo importo da corrispondere al Banco di Sicilia, che aveva fissato in Lire 688.369.000 il prezzo a base d’asta stimato da un consulente tecnico del Tribunale.
Interviene anche l’assessore regionale alla cooperazione, che sollecitata la stipula degli atti di vendita, atti però che non furono rogati per le precarie condizioni economiche dei contadini. La vicenda si trascina così sino al 1982, quando l’assessore regionale alla cooperazione, nomina il Rag. Isidoro Bracchitta commissario delle cooperativa agricola di produzione e lavoro “Ficari Sottano”, nomina che secondo il gruppo consiliare PCI aveva un sapore di disastrosa continuità con l’ultimo presidente della cooperativa.
Per difendere gli interessi dei “contadini che da oltre cinquanta anni, dei loro eredi ed aventi causa di quelle terre che hanno lavorato e migliorato ed hanno a divenire proprietari”, s’investe il consiglio comunale e nella seduta del 3 giugno 1982 approva un ordine del giorno per chiedere al governo regionale di intervenire presso il Banco di Sicilia per sospendere il procedimento in corso presso il Tribunale di Caltanissetta della vendita all’asta dei terreni, per sciogliere la cooperativa per non aver assolto i compiti statutari e di promuovere, attraverso la legge di riforma agraria, l’assegnazione dei terreni in favore dei contadini che ne sono in possesso.
La vicenda assume problemi anche di ordine pubblico, tanto che una delegazione del consiglio comunale guidata dal Sindaco Impaglione, di ex coloni e dei deputati regionali Altamore e Gentile (PCI), Alaimo e Mantione (DC) viene ricevuta con urgenza dal presidente della Regione, che assicura la sua “piena disponibilità e si dichiara d’accordo per la immediata presentazione di un disegno di legge con procedura d’urgenza”, il disegno di legge n. 349 del 17 giugno 1982, proposto dai deputati Alaimo, Aiello,Altamore, Gentile, Mantione, Placenti e Bartoli, fu subito esitato favorevolmente dalla commissione agricoltura, ma stranamente si bloccò in commissione finanze.
Ancora proteste del consiglio comunale e finalmente il 12 Marzo 1986 l’ARS approva la legge n. 11 “interventi a favore degli assegnatari del feudo Ficari sottano”, con la quale si autorizza l’Ente di Sviluppo Agricolo (ESA) “al fine di promuovere la formazione di nuove proprietà contadine” a rilevare il feudo Ficari Sottano e, “previa predisposizione di apposito piano di ripartizione, è assegnato dall’E.S.A., ai sensi della vigente legislazione regionale, alle imprese familiari di cui almeno un componente si trovi nel possesso dell’immobile alla data di entrata in vigore della presente legge” e con le “modalità e agevolazioni creditizie e fiscali previste per l’assegnazione di lotti di riforma agraria dalla Legge Regionale 27.12.1950 n. 104 e successive aggiunte e modificazioni”.
Intanto l’8 giugno 1987 la sezione per le esecuzioni immobiliari del Tribunale di Caltanissetta per l’udienza del 30 settembre 1987 dispone la vendita immobiliare in danno della cooperativa agricola produzione e lavoro “Ficari sottano” promossa dal Banco di Sicilia, asta che però, per gli interventi del consiglio comunale, viene sospesa. L’assessore regionale alla cooperazione in data 10 settembre 1987 nomina l’avv. Gaspare Greco commissario della cooperativa agricola produzione e lavoro “Ficari sottano” con il compito di procedere alle operazioni di liquidazione per i fini e con le modalità di cui alla legge regionale 12.3.1986 n. 11, l’avvocato Greco, dopo qualche anno, viene sostituito dall’avvocato Barbagallo.
Ancora un nuovo avviso di vendita immobiliare per il 12 dicembre 1990, proteste da parte del consiglio comunale e delle forze politiche e immediato intervento del commissario liquidatore avvocato Barbagallo che definisce, a norma dell’articolo 201 della legge fallimentare, illegittima l’azione esecutiva del Banco di Sicilia in quanto – dichiara alla stampa – “dopo la mia nomina a commissario liquidatore il Banco di Sicilia avrebbe dovuto interrompere l’azione esecutiva individuale e richiedere al sottoscritto il pagamento del credito, adempimento questo che non è stato affatto compiuto dal Banco di Sicilia che ha continuato l’azione esecutiva in violazione della legge fallimentare, per cui mi sono dovuto attivare per la sospensione dell’asta assicurando il pagamento del credito a norma della legge regionale n. 11 del 1986”.
L’avvocato Barbagallo, inoltre, alle sollecitazioni di adempiere ai compiti attribuitigli dal decreto di nomina, chiarisce che i ritardi sono dovuti al fatto che, pur avendoli richiesti più volte, non era ancora in possesso dei libri contabili e sociali della cooperativa. Finalmente con atto col n. 50252 di rep. 8 marzo 1994 del notaio Giuseppe Pilato di Caltanissetta, le terre dell’ex feudo Ficari sottano dalla cooperativa di produzione e lavoro “Ficari sottano”, in stato di liquidazione coatta amministrativa, vengono vendute e trasferite all’E.S.A. Ma ancora una volta sopravvengono forti ostacoli per la predisposizione del pino di ripartizione che l’E.S.A. deve preparare.
Quindi ancora speranze deluse per gli assegnatari, che protestano. Ma se nel corso di questi lunghi anni la politica ha fatto la sua parte, in questa ultima fase, verso l’E.S.A. e il legislatore regionale, molto incisivo è stato l’intervento del Sindaco Giovanni Virnuccio (che è stato funzionario dell’E.S.A.), per assegnare a 41 famiglie una proprietà, desiderata per quasi 90 anni, e la serenità di poter continuare a lavorare e trasformare queste fertili terre da proprietari e non da coloni.Il 13 agosto 2003, quindi, nella sala delle conferenze di Palazzo Alberti, a Mazzarino, con una semplice cerimonia, avviene la tanto aspettata e desiderata consegna dei titoli di proprietà agli aventi diritto.
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