Feudo Ficari Sottano
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I terreni in cui in cui operiamo attivamente, sono ben inseriti nella vasta superficie agraria e forestale del territorio di Mazzarino (ca 28.767 ha), nello specifico sono situati nella parte meridionale, in direzione del mare sulla strada per Gela. Al loro interno, spicca in maniera netta e ben visibile, il caseggiato, che offre una meravigliosa vista panoramica a 360 gradi, attualmente abitato da alcune delle nostre famiglie, le quali nel corso degli anni hanno apportato diversi interventi di manutenzione (coperture in tegole marsigliesi, canali di smaltimento delle acque meteoriche, sostituzione di alcuni infissi, ecc.) e che lo hanno munito di rete elettrica e servizi vari. Alcune parti sono rimaste intatte (magazzini, depositi, forni e cucine a legna ancora attivi) quasi a testimoniare la storia subita dal trascorrere degli anni ed è facile respirare un’aria di trascorsa vita rurale non comoda e facile, ma piena di sapori genuini.
   
Alcune parti sono rimaste intatte (magazzini, depositi, forni e cucine a legna ancora attivi) quasi a testimoniare la storia subita dal trascorrere degli anni ed è facile respirare un’aria di trascorsa vita rurale non comoda e facile, ma piena di sapori genuini. Attorno si possono vedere alberi di pini, mandorli, ulivi, fichi d’india, pescheti, vigneti, campi di grano; si intravedono paesi che sembrano vicini (Niscemi, Gela, S. Cono, Piazza Armerina, ecc.); diverse altre campagne vicine (Gibliscemi, Disueri, Canalotto, Salveria, Bubbonia, Sophiana, Valanga nera, Monte Formaggio, ecc.); distese coltivazioni di bosco forestale e molto spesso nelle giornate di cielo sereno, il mar Mediterraneo (nei pressi di Gela) luccicante del sole riflesso.
Inserito in un contesto di territorio agricolo dove i due terzi erano posseduti da un centinaio di persone, tra questi i maggiori proprietari di Mazzarino erano, oltre al menzionato conte Airoldi, le famiglie: Accardi, Alberti, Ajala, Bartoli, Cannada, Guccione, La Loggia, Nicastro, ecc., il Feudo di Ficari fu direttamente interessato dalle lotte dei mezzadri conduttori delle terre contro il proprietario per il varo della storica riforma agraria degli anni cinquanta. Tra il 1919 ed il 1921 una parte dei 650 ettari di proprietà del conte Airoldi venne concessa a mezzadria migliorativa con contratto venticinquennale e ventinovennale a circa 150 contadini, che a proprie spese trasformarono la terra incolta in mandorleti, vigneti, uliveti, ecc.
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